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Saggi di critica d'arte

261995
Cantalamessa, Giulio 31 occorrenze
  • 1890
  • Zanichelli
  • Bologna
  • critica d'arte
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Saggi di critica d'arte

che in apparenza sembrano poco degni di attenzione, anche intorno ad artisti che il loro tempo i Secoli interposti tra essi e noi hanno

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del lavoro non sarà troppo faticosa, perchè memorie degli artisti del secento e dei successivi ce ne sono a iosa, e le opere loro, almeno fin qui

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cerimonie, uscendo dalla città, passavano veloci tra la gente, che tra la polvere sollevata vedeva i porporati andar numerosi verso una direzione e ne

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, tantochè forse non se ne parlerebbe se non ci fosse pervenuto il noto sonetto di Agostino, ov’è veramente riassunto un programma eclettico. E sopratutto si

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non inutile ricordare il suo primo maestro, perchè Guido non ne dimenticò si presto gl’insegnamenti. C’è in questa pinacoteca un suo quadro molto

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ne ingelosì: e quando udiva suo cugino dar precetti a Guido, lo rampognava, ammonendolo che presto quel giovane li avrebbe fatti sospirar tutti.

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più forte della sua volontà. Egli non lo rinnegò, avrebbe potuto, come non si può rinunziare alla propria voce o alla propria fisonomia: lo

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’artista si senta come circonfuso da un’aura favorevole che ne avvivi e fomenti gli spontanei germogli; che da quest’aura, preparata e spinta da lunga

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non rappresenta che un aspetto della natura e non dei più frequenti a vedersi. Chi alla sua maniera ne opponesse un’altra, ch’è egualmente nella

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reclamarla come cosa loro. Senonchè l’Albani se ne fece presto un lenocinio, riducendola tutta vezzi e sorrisi e smorfie; le tolse il manto austero

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’ingannava. Ho detto tino dei tipi, perchè io principalmente ne discerno due, ben distinti. Il primo proviene dalla Niobe, la cui testa egli doveva aver

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indeterminatezza che simula per noi un’alta idealità, Guido li escludeva per proposito. Ma certo più utili, benchè la storia non ce ne avverta, gli furono

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Il tempo m’incalza, o Signori, ed ormai devo rassegnarmi a far di Guido una trattazione molto incompiuta. I meriti di lui sono molti, ed io non ne ho

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nero gravido di tempesta, ne serba ricordo come di apparizioni sovrumane. Tale effetto fa pure il Crocifisso di questa pinacoteca, colla Madonna, S

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metà del nostro secolo ne ha avuto dei più feroci nella setta dei preraffaellisti inglesi: Rusckin lo ha addentato caninamente; c’è stata esitazione

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Questi bei fiori erano stati trapiantati a Bologna da Marco Zoppo, che ne avea colto a dovizia nel giardino dello Squarcione. Ma non dee ripetersi il

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Misericordia sia stato il primo saggio pittorico di lui, e ch’esso avesse la data del 1490. Ma quella tavola ha la data che si dice, dopo che il

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ha percosso della sua impronta terribile il crocifisso; gli strazi non ne hanno neppure alterato la pettinatura, che scende in regolari

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il proposito di sorprendervi con una trovata imprevista. Non si sprigiona dalle sue invenzioni il sentimento di una forza nuova, non ne esce quel che

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scrupolosa dell’artista, un’intelligenza ordinata, un animo semplice e pio. Egli non toccò che una corda sola, ma ne trasse melodie indefinibili. La

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Ma la natura di questo ingegno non sarebbe completamente definita, la misura ne sarebbe troppo vagamente limitata, se non si aggiungesse ch’ei sentì

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La vita del Francia, a quanto ci è dato conoscere, fu calma. Nessuna scossa troppo forte ne turbò mai l’andamento; nella quiete domestica egli ebbe

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, muore fantasticando forse che nel cielo. dell’arte, dopo tanto incliti esempi, nuovi astri brilleranno di luce sì chiara, che la sua ne diventi

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affreschi, ne avremmo considerato la perdita come grande sventura, e ne avremmo mosso severa accusa all’ira improvvida di Giulio, che pur ebbe in arte fiuto

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. Lorenzo Costa era stato chiamato alla Corte di Mantova, dopo la morte del grande Andrea Mantegna, e ne era trattato con tale larghezza e bontà da non

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grandi ingegni, perchè i grandi ingegni non sono imitatori. Questi, appropriandosi i caratteri più superficiali del modello, non ne penetrano il

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facondo. deve esser poco lungi da quel tempo il frontale della vecchia Madonna in S. Petronio, in cui, l’angelo che, sospendendo di sonare, volta

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antico, così nel moderno. Trovate le formole, non era più agevole a nessuno sciogliersene, quand’anche ce ne fosse stata l’intenzione; perchè non si

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, bramosa dell’impreveduto, sa donde quella solennità è tolta, e l’anima non ne deduce alcuna vibrazione. Hanno il sentimento del decoro; ma voi avete

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lasciar in Roma, dove non era destinata; e benchè la parete per troppa larghezza non si adattasse a ricevere quella composizione, il Bagnacavallo ne

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. si dee presumere che i lettori s’interessino degli accidenti della nostra vita privata, o che molti di essi, conoscendoli, ci risparmino P

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